I ricercatori della Northwestern University, Illinois, Stati Uniti, sono riusciti a fotografare, , l’istante del concepimento, quando il gamete maschile penetra nell’ovocita materno, e inizia una vita. Quest’attimo, colto da una sofisticata tecnologia nel corso di una fecondazione in vitro, ha rivelato che al principio della vita corrisponde una esplosione di luce: milioni di atomi di zinco che liberano la loro energia producono come degli infinitesimali fuochi d’artificio, in più sequenze, tali che – hanno scritto i ricercatori – «è bello da vedere, sembra quasi una sinfonia». Subito dopo, però, alla Northwestern University hanno ipotizzato che l’intensità di questi lampi possa fornire indicazioni circa la vitalità dell’embrione concepito, e dunque facilitare quella selezione del forte e del sano, cui la tecnica della fecondazione assistita si applica con dedizione e senza alcun dubbio etico. Invece in un profano come noi, che incontri quelle immagini sul web, i bagliori del principio della vita, prima d’oro e poi declinanti nel verde e ancora nell’indaco, suscitano meraviglia: la vita comincia con la luce, anzi la luce stessa annuncia, in un’aurora improvvisa e abbagliante, che un nuovo bambino comincia a formarsi.
Una stupefacente esplosione di fuochi artificiali causati dallo zinco. E’ il ‘flash’ della vita fotografato da esperti della Northwestern University Feinberg School of Medicine nel momento in cui un ovocita umano viene fecondato da un enzima spermatico. Uno studio affascinante e anche un avanzamento scientifico non da poco: la dimensione di queste ‘scintille’ può essere considerata una sorta di unità di misura diretta della qualità degli ovuli e della loro capacità di svilupparsi in un embrione. A riportare per la prima volta un fenomeno noto in alcune specie animali, ma finora mai documentato nell’uomo, è la rivista ‘Scientific Reports’.
Secondo gli esperti guidati da Teresa Woodruff, direttore del Center for Reproductive Science dell’ateneo americano, si tratta di una novità con il potenziale di aiutare i medici a scegliere i migliori ovociti da utilizzare per la fecondazione in vitro.
“Potendo assistere alla scintilla di zinco al momento della fecondazione, si saprà subito che le uova sono buone per il trasferimento in utero. E’ un modo di selezionare la qualità ovocitaria che prima non avevamo a disposizione”, spiegano.
Gli scienziati hanno attivato l’uovo iniettando al suo interno un enzima spermatico, che fa aumentare i livelli di calcio e avvia il rilascio di zinco. Lo stesso zinco si lega a molecole che emettono piccole luci negli esperimenti di microscopia a fluorescenza. E’ così che il rapido rilascio di zinco può essere seguito da un lampo di luce, simile a una scintilla. Gli ovociti non sono stati fecondati con sperma vero perché non è consentito dalle leggi federali in materia di ricerca biomedica, precisa l’università americana.
“E’ stato straordinario – commenta Woodruff – Abbiamo scoperto la scintilla di zinco solo cinque anni fa nel topo e vederla ora nell’uomo è davvero mozzafiato”.
“Non ci sono strumenti attualmente disponibili che ci dicono con certezza se un ovocita è di buona qualità – fa notare Eve Feinberg, un’altra ricercatrice coinvolta nello studio – e spesso non sappiamo se l’uovo o l’embrione sono veramente vitali, fino a quando si viene a sapere se hanno dato vita a una gravidanza. Questo è il motivo per cui la scoperta ha la grande potenzialità di aiutarci in questo senso”.