‘Ryan, il bambino che visse due volte

di Sabrina Pieragostini

Incredibile, ma (forse) vero: Ryan, un bambino americano, afferma di aver vissuto una vita precedente ad Hollywood, tra party esclusivi, ville di lusso e grandi star del cinema.

RyanI ricordi di quell’esistenza passata, riemersi nella memoria di Ryan, sembrano corrispondere alla realtà in modo incredibile. Si tratta allora di un caso di reincarnazione? Non è certo un evento raro che i bimbi, soprattutto in tenera età, parlino ai genitori sbigottiti di esperienze che non possono aver vissuto, o di luoghi che non hanno mai visto. Frutto di una spiccata fantasia o rielaborazione di immagini e concetti assorbiti dall’ambiente – spiegano di solito gli esperti, in questi casi. Ma ci sono situazioni particolari che non possono essere ricondotte a questi fattori, proprio come quella del piccolo Ryan che sta meravigliando gli Stati Uniti. Ryan ha ormai10 anni e vive in una cittadina dell’Oklahoma. Adesso, almeno… una volta, invece, faceva l’attore e l’agente cinematografico ai tempi d’oro della Mecca del Cinema.

Lo ha raccontato qualche mese fa alla rete tv NCB News e ai giornali, la mamma Cyndi Hammons, di religione battista, una chiesa riformata evangelica, che al pari di quella cattolica non ammette la reincarnazione delle anime. Eppure, all’età di 4 anni, il figlio ha incominciato ad avere frequenti incubi che lo agitavano di notte: mamma e papà non riuscivano a consolarlo. Sentiva il cuore scoppiare – diceva il piccolo – e raccontava di Hollywood, una realtà lontana dall’Oklahoma, che descriveva con particolari molto vividi.

Un anno dopo l’inizio di questi sogni, Ryan ha trovato il coraggio di parlare alla madre, dicendo: “ti devo dire una cosa: io sono stato qualcun altro”, lasciandola senza parole e elencando una serie di particolari sorprendenti su quella esistenza precedente: era stato un attore, aveva conosciuto dive come Rita Hayworth, aveva viaggiato in tutto il mondo su grandi navi, si era sposato varie volte ed era diventato un agente cinematografico. Il bambino lo spiegava con parole sue, dicendo che “aveva fatto cambiare i nomi ai colleghi attori”. Sempre più incuriosita, Cyndi decise di indagare per scoprire se le fantasie di suo figlio avessero un fondamento di verità.

Marty Martyn Ha così portato a casa un libro con la storia di Hollywood e l’ha sfogliato con suo figlio. Di fronte ad una foto tratta dal film: “Night after Night” del 1932, con Mae West, il bimbo ha puntato il dito su una foto e ha detto: “Quello sono io! Indicava un giovane uomo con cappello e sguardo penetrante. Un perfetto sconosciuto, una comparsa il cui nome non compariva neppure nei titoli di coda del film. Non è stato facile risalire alla sua identità. Ma grazie agli archivi della Paramount, si è poi scoperto che si trattava di Marty Martyn – un attore, poi influente agente cinematografico, morto 50 anni prima. Corrispondeva a quello che aveva detto Ryan. Ma non era finita…

A quel punto, infatti, la mamma si è rivolta ad un noto psichiatra, il dottor Jim Tucker, stimato docente dell’Università della Virginia, che da almeno un decennio sta studiando i bambini convinti di ricordare una vita passata. Sarebbero circa 2500 quelli analizzati dal suo ateneo. Eppure, nonostante la sua esperienza in materia, anche lui ha trovato straordinario il caso di Ryan.

Così a partire dai dettagliati ricordi riportati da Ryan sulla vita pubblica e privata di Martyn – certamente non una celebrità, anzi un personaggio di cui nessuno si ricordava più – si è risaliti alla figlia dell’uomo, tuttora vivente, ed è stato possibile verificare molti di quei ricordi. Il dottore ha scoperto che ben 55 dei particolari ricordati dal bambino corrispondevano alla realtà, inclusa la via della villa con piscina nella quale Martyn aveva abitato, quanti figli aveva avuto, il numero delle sorelle e quei famosi matrimoni. Tutto era esatto!

Jim TuckerLa vicenda del bambino dell’Oklahoma è entrata così di diritto nel libro che il dott. Tucker ha appena ripubblicato, “Return to life”(“Ritorno alla vita”), ed è diventata di dominio pubblico. Ecco un passaggio del libro dedicato a questo singolare caso: “Ryan aveva parlato molto di una sorella e ne aveva menzionata un’altra, e infatti Martyn aveva 2 sorelle. La madre aveva capelli ricci e scuri, come Ryan diceva. Aveva ragione anche quando sosteneva di aver danzato a New York, visto che Martyn e una delle sorelle andarono a New York e parteciparono a vari spettacoli di Broadway, e lei divenne una ballerina famosa“.

“Martyn poi si trasferì a Los Angeles e visse la vita che Ryan ha descritto. Iniziò come comparsa e coreografo. Poi divenne un agente di Hollywood, un talent scout. Fondò la ‘Marty Martyn Agency’ ed ebbe clienti di rilievo come il famoso attore Glenn Ford. Ryan parlava di persone che avevano cambiato i loro nomi tramite l’agenzia, cosa credibile per un’agenzia del genere. Marty ebbe numerosi contatti con Rita Hayworth, la figlia ha confermato che probabilmente la conosceva di persona. Potrebbe anche aver interagito con Marilyn Monroe, la famiglia di sua moglie, infatti, la conosceva”.

“Martyn amava prendere il sole, era sempre abbronzato come Ryan raccontava. Ryan diceva anche che di solito portava le fidanzate a vedere l’oceano e ci sono, infatti, foto di Martyn con delle ragazze sulla spiaggia. Gli piaceva andare lì per vedere i surfisti, come aveva detto Ryan. Si sposò quattro volte. Divenne piuttosto ricco e lui e la sua ultima moglie si potevano permettere uno stile di vita elevato. Ryan diceva che guidava per Hollywood con una macchina verde, mentre sua moglie aveva una bella auto nera. La moglie di Martyn in realtà non guidava, ma avevano una Rolls Royce fatta su misura… sicuramente una bella auto”.

“Ryan diceva di aver posseduto un pianoforte e Martyn ne aveva uno nella sua casa. La famiglia abitava in una elegante residenza con una grande piscina, come Ryan ha descritto. Diceva che l’indirizzo conteneva la parola Rock o Mount. E l’ultima residenza di Marty Martyn, quella elegante con la grande piscina, dov’era? Era a 825 N. Roxbury Dr., a Beverly Hills. In questo caso, c’è una coincidenza nella pronuncia di rock al plurale (rocks) e l’inizio della parola Roxbury”.

Molti dettagli coincidevano, ma il bambino poteva comunque – anche se molto inverosimilmente, proprio per l’elevata percentuale di dettagli esatti – aver semplicemente tirato ad indovinare. Come faceva, però, Ryan a sapere com’era composta la famiglia di Martyn? O che avesse lavorato anche nei teatri di Broadway come ballerino? Ma l’elemento che ha colpito maggiormente Tucker e che lo ha convinto del tutto della sincerità del racconto di Ryan, è stato un altro.

Durante una seduta, infatti, il piccolo aveva detto al dottore di non sapersi spiegare perché Dio lo avesse fatto morire a 61 anni, per farlo poi reincarnare in un bambino. Sembrava un punto debole nella versione di Ryan, perché il certificato di morte attestava invece che Marty Martyn, nato nel 1905, era spirato nel 1964: quindi a 59 anni. Lo psichiatra volle quindi fare un controllo.

Recuperò così un vecchio documento anagrafico che riportava come data di nascita dell’uomo il 1903, non il 1905. Dunque, il certificato di morte era sbagliato (riportando la data di nascita nel 1905): Marty era davvero nato nel 1903 e passato “a miglior vita” a 61 anni, come aveva detto Ryan e come solo gli stretti congiunti potevano testimoniare.

Ryan e la madre Il bambino e la madre hanno poi rilasciato varie interviste, inclusa quella televisiva trasmessa da “Nightly News” della rete NBC, confermando l’intera storia. Si tratta allora solo di una trovata pubblicitaria, di una serie di fortunate coincidenze o piuttosto di un’incredibile dimostrazione che la vita dopo la morte continua? Chissà… ma come ha detto il professore Jim Tucker, docente di psichiatria e scienze neuro comportamentali, ritenuto un luminare nel suo campo, al giornale ‘Today’: “Questi casi esigono una spiegazione. Non possiamo semplicemente rimuoverli o giustificarli come un qualche tipo di fenomeno culturale”.

Articolo di Sabrina Pieragostini, coautrice insieme a Pablo Ayo del libro Inchiesta Ufo, Quello che i governi non dicono, Mursia Edizioni

Titolo originale dell’Articolo: ‘Ryan, il bambino che visse due volte’

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