John Hagelin – Coscienza, e campo Unificato una prospettiva dalla fisica quantistica

l Dottor John Hagelin, fisico quantistico di fama mondiale, è un educatore, esperto di politica e sostenitore della pace. Dopo aver completato il dottorato in fisica alla Harvard University, il Dottor Hagelin ha condotto ricerche presso il CERN (European Center for Particle Physics) di Ginevra e lo SLAC (Stanford Linear Accelerator Center) in California. I suoi contributi allo sviluppo della teoria del campo quantico vengono ampiamente citati nella lettetura scientifica. Come riconoscimento per il suo lavoro gli stato conferito il prestigioso Kilby Award, assegnato a quegli scienziati che hanno dato un contributo significativo alla società attraverso le proprie ricerche scientifiche e tecnologiche.

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(è possibile attivare la traduzione e i sottotitoli in inglese)

Il fisico quantistico John Hagelin (PhD, Harvard), presenta la tesi per cui la coscienza sia il campo unificato che contiene il codice di programmazione della natura e la meditazione trascendentale sia il percorso verso l’accesso profondo alla coscienza.“..Roger Penose, infatti, fu tra i primi ad insinuare che il fenomeno che chiamiamo consapevolezza potrebbe in definitiva essere un fenomeno di scala di Planck. Ecco la connessione. Ha lavorato su certi meccanismi che aiutano a renderlo plausibile. Non credo sappia della teoria delle superstringhe e della materia di settore nascosta. Potrebbe esserne alquanto eccitato. La materia di settore nascosta ci dà, in molti modi, una connessione tra la consapevolezza ed il cervello fisico, e questo, di nuovo, richiederebbe una scala di forze molto, molto corte. E sono le proprietà della materia di settore nascosta che la rendono un legame davvero naturale tra la fisica dell’infinitamente piccolo e la sfera della consapevolezza, e la fisica macroscopica del cervello.

Bisogna che tale connessione esista, perché la consapevolezza è intimamente connessa con la percezione sensoriale, i nostri organi di movimento, e l’attività del cervello umano. Però, la consapevolezza fondamentalmente non è creata dal cervello. Può essere riflessa dal cervello, modulata dal cervello, ma non creata. Non secondo la mia comprensione, e non secondo l’esperienza diretta di quello che è la consapevolezza nei secoli, specialmente ora, in questa generazione, con la rinascita della meditazione. E l’abbondanza di ricerca sulla meditazione, l’esperienza della consapevolezza stessa, afferma che è fondamentale nella creazione e trova la sua fonte ultima in questo campo unificato di intelligenza alla base della mente e della materia. Questa è l’esperienza diretta.

Un numero sempre crescente di prove dà supporto al ruolo fondamentale della consapevolezza nell’universo fisico.

Ora che arriviamo a comprenderla come il campo unificato, dovremmo comprendere la mente. Dovremmo capire il pensiero, che è il vero collegamento tra la pura e astratta consapevolezza e il cervello fisico…”

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Di seguito pubblichiamo un intervista con John Hagelin apparsa sul numero 3 di Enlightenment.

Enlightenment: Come definiresti il campo unificato?

John Hagelin: Il campo unificato, scoperto dalla scienza moderna, è la sorgente unificata dell’universo diversificato, la sorgente di tutte le leggi di natura, la fonte ultima di tutto l’ordine che troviamo ovunque nella vastità dell’universo.

A questo livello fondamentale, le quattro forze della natura che governano i fenomeni dell’universo, così come tutte le particelle, sono unificate in un campo universale di intelligenza dinamica, alla base di tutte le varie forme e i fenomeni dell’universo.

 

Campo unificato - fisca e coscienza

Correlazione tra campo unificato e coscienza – Cliccare per ingrandire

Enlightenment: Come si correla il campo unificato con la coscienza umana?

John Hagelin: Nel corso dei secoli, alcune civiltà hanno sviluppato delle tecnologie della coscienza altamente raffinate, tecniche di meditazione per esplorare in maniera sistematica i livelli più profondi della mente, i livelli più fondamentali dell’intelligenza umana. La meditazione, se compresa e praticata in maniera corretta, è una procedura sistematica che volge la nostra attenzione, normalmente rivolta all’esterno, verso l’interno e ci permette di sperimentare livelli più profondi, più sottili e silenziosi del processo del pensiero. Questo flusso di attenzione verso l’interno viene realizzato nella maniera più efficace tramite la Meditazione Trascendentale. Il suo culmine è l’esperienza dello stato di coscienza più silenzioso ed espanso, la pura coscienza. Questo stato di consapevolezza espansa è uno stato unificato in cui l’osservatore, il processo dell’osservare e l’oggetto dell’osservazione si trovano uniti come pura conscienza autoconsapevole. La consapevolezza individuale si identifica con il campo unificato. In altre parole, in questo stato meditativo, nell’esperienza della pura coscienza, la consapevolezza umana si apre all’esperienza diretta del campo unificato che si trova alla base dell’intero universo oggettivo e soggettivo.

Per quanto, in tempi recenti, il campo unificato sia stato calcolato in maniera teorica e, in maniera limitata, confermato sperimentalmente con gli approcci della scienza moderna, in termi passati esso esso veniva sperimentato direttamente come unità della vita in stati più elevati di coscienza. Ovviamente l’antica Scienza Vedica della coscienza, da cui proviene la tecnica di Meditazione Trascendenale, è la più antica e sviluppata pratica per l’esperienza diretta del campo unificato che si trova alle fondamenta dell’universo.

Enlightenment: Che rapporto c’è tra l’intelligenza umana e l’intelligenza della natura?

John HagelinJohn Hagelin: L’intelligenza che troviamo alle fondamenta dell’esperienza umana è la stessa che troviamo alle fondamenta di ogni cosa in natura, è il campo unificato. Nel corso della storia, scienziati e filosofi hanno evidenziato la relazione profonda che intercorre tra l’intelligenza umana e le leggi naturali che ci circondano. Per esempio, Eugene Wigner, considerato il padre dell’era atomica, ha commentato “l’irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali” e “le logiche e matematiche, create dalla mente umana, sembrano adattarsi alla natura come un guanto”. In maniera analoga, Einstein disse che “L’eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità”.

In altre parole le teorie, che i matematici hanno sviluppato per secoli, descrivono in maniera misteriosa il funzionamento dell’universo fisico attorno a noi. L’unica spiegazione ragionevole per “l’irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali” è che l’intelligenza umana e l’intelligenza della natura hanno una sorgente comune, il campo unificato.

Enlightenment: La comprensione del campo unificato della fisica ci aiuta a sviluppare l’esperienza di stati più elevati di coscienza?

John Hagelin: Maharishi ha sempre pensato che la comprensione intellettuale della natura e delle dinamiche della coscienza ci aiuta a capire e migliorare le nostre esperienze e a rendere solida la pratica della Meditazione Trascendentale. Quando iniziamo a comprendere le dinamiche della coscienza e i meccanismi dell’evoluzione, possiamo veramente osservare il significato profondo di uno sviluppo anche piccolo nella nostra esperienza soggettiva durante la meditazione. E ciò ci rende entusiasti della profonda natura della crescita che stiamo sperimentando nelle nostre meditazioni quotidiane.

Data la profonda convergenza che esiste oggigiorno tra l’approccio alla conoscienza moderno e oggettivo e l’approccio antico e soggettivo, comprendere la fisica, l’origine e l’evoluzione dell’universo è intimamente connesso al comprendere l’origine e l’evoluzione della coscienza. Le scoperte della scienza moderna sostengono la nostra esperienza e la conoscenza della Scienza Vedica, riportata alla luce da Maharishi nella nostra generazione.

Per esempio, la teoria del campo unificato, basata sulla superstringa, ci rivela passo dopo passo i meccanismi attraverso cui dall’unità fondamentale del campo unificato emergono in maniera sequenziale e progressiva le forze e le particelle diversificate. Questa descrizione rispecchia i meccanismi per cui l’unità fondamentale della pura coscienza all’interno di noi, nella quale conoscitore, processo del conoscere e oggetto della conoscenza sono unificati in un’interezza astratta di esperienza, che da luogo in maniera sistematica alle strutture diversificate di ego, intelletto, mente e sensi. E quindi, negli stati più elevati della coscienza umana (al di la di veglia, sogno e sonno), nella pura coscienza, nella coscienza cosmica e nella coscienza di unità, le ultime teorie della cosmogenesi, elaborate nel modello inflazionario, diventano un’esperienza diretta e una realtà vivente.

Enlightenment: Come è nato il tuo interesse per lo studio della fisica e della cosmologia? Da piccolo ti piaceva osservare le stelle?

John Hagelin: Ho sempre voluto comprendere come funziona l’universo. Questo mi ha spinto, quando frequentavo il Dartmouth College, a cercare di conseguire una doppia laurea in fisica e religione. Consideravo la fisica come un mezzo affidabile per ottenere conoscenza tramite fatti sperimentali e verificabili. Ritenevo anche che la religione fosse egualmente una fonte di conoscenza affidabile, poiché aveva guidato le civiltà per millenni. Se fosse stata priva di utilità, non sarebbe sopravvissuta alla prova del tempo. Ero convinto perciò che entrambe le discipline contenessero verità profonde e fossero in ultima analisi legate l’una all’altra. Ma le mie convinzioni vennero negate. Venni sommariamente informato che la fisica non aveva nulla a che fare con la religione. Quindi decisi di laurearmi in fisica. Ho proseguito la mia ricerca di conoscenza, la ricerca della comprensione più prodonda della realtà ultima, usando la strada della scienza moderna, attraverso il dottorato di ricerca ad Harvard, studiando le teorie del campo unificato. E solo allora, all’apice della conoscenza scientifica, studiando le teorie del campo unificato, ho iniziato veramente ad aver chiara la relazione tra scienza moderna e scienza antica. Solamente con la scoperta delle teorie del campo unificato e della superstringa la scienza moderna è giunta alla soglia dell’unità. Ha iniziato ad esplorare l’unità fondamentale della vita che troviamo nelle tradizioni spirituali e filosofiche. Ho trovato interessante questa convergenza tra conoscenza antica e moderna. Essa mi ha spinto ad approfondire la pratica della meditazione, la mia esplorazione soggettiva dell’unità della vita. Sono diventato insegnante di Meditazione Trascendentale e poco dopo ho avuto la possibilità di studiare direttamente con Maharishi Mahesh Yogi, presso la Maharishi European Research University a Seelisberg, in Svizzera, a poca distanza dal CERN, dove stavo completando le ricerche sul campo unificato per il mio dottorato.

Essere accanto a Maharishi era molto stimolante. Egli si aspettava che la scienza iniziasse a realizzare la realtà ultima dell’unità della vita. Aveva parlato della teoria del campo unificato un quarto di secolo prima, nel suo libro La scienza dell’Essere e l’arte di Vivere. Era entusiasta che alcuni scienziati del CERN stessero iniziando a parlare della scoperta dell’unità. Ed io ero ancora più entusiasta per l’opportunità di fare discorsi profondi con questo rinomato saggio, che viveva effettivamente l’unità della vita. Fu l’inizio di una relazione felicissima, che durò per tutta la mia carriera e il resto della vita di Maharishi.

Enlightment: Puoi raccontarci qualche esperienza che hai avuto nel descrivere la tua prospettiva ad altri scienziati? Come hanno risposto?

John Hagelin: I fisici tendono ad essere sorpresi quando sentono parlare per la prima volta della connessione tra coscienza e campo unificato. Essi non sono abituati a parlare di coscienza, molti di loro conoscono a malapena il termine. Chi studia le scienze fisiche è raramente esposto alla parola “coscienza”. Sono presi nello studio della materia e nel corso degli anni sviluppano una visione molto materialista del mondo intorno ad essi. Quindi anche quando, come ricercatori o insegnanti, esplorano le aree profonde e sottili della meccanica quantistica, tendono a mantenere una prospettiva altamente oggettiva e materialistica.

John HagelinCon gli studenti del corso di fisica della Maharishi University of Management abbiamo visitato il Fermilab, vicino a Chicago, e abbiamo avuto un esperienza interessante. Abbiamo assistito ad una bella presentazione sul campo unificato tenuta un ricercatore. Egli era cosi sicuro riguardo alla sua comprensione del soggetto al punto di sembrare presuntoso. Essendo sicuro di poter rispondere a ogni domanda sulla materia, ha invitato gli studenti a rivolgergli qualunque domanda su qualunque aspetto della realtà. La prima domanda di uno dei nostri studenti fu “Qual è la relazione tra campo unificato e coscienza?” Il ricercatore venne preso completamente alla sprovvista. Chiese “Coscienza? Che cosa è?” La coscienza era completamente al di fuori della sua visione del mondo. Di insinto avrebbe rifiutato qualunque idea che proponesse il campo unificato come coscienza, semplicemente perché il campo unificato era una realtà di tale grandezza per cui, secondo lui, la coscienza non esisteva del tutto o, se esisteva, era qualcosa di minore importanza. Quello che gli mancava era la giusta prospettiva. Non c’era nulla di sbagliato nelle sue equazioni o nella comprensione che aveva del campo unificato. Il suo problema era l’assoluta mancaza di comprensione della coscienza, una cosa abbastanza frequente nel suo campo.

La buona notizia è che quei fisici che hanno invece investito del tempo esplorando la natura della coscienza tendono a giungere alla stessa conclusione: la coscienza non è, e non può essere, soltanto un fenomeno superficiale di pertinenza del cervello. Questa logica semplicemente non regge ad un attento scrutinio. La coscienza non può emergere dalla materia. Per quanto il pensiero, il processo cognitivo, la memoria e le esperienze sensoriali siano intimamente legate al funzionamento del cervello, il fenomeno della coscienza in se, il fenomeno della soggettività e dell’esperienza, non può emergere dalla materia. La coscienza deve essere fondamentale nella sua natura, in ultima analisi deve essere una qualità del campo unificato. E di questi tempi è interessante lavorare con un numero sempre maggiore di fisici che sono giunti a questa conclusione.

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