Bhom e Krishnamurti: scienza, filosofia e spiritualità

Da Scienza e Conoscenza –

La storia dell’amicizia tra il fisico statunitense e il maestro indiano

Un’amicizia appassionante e appassionata quella tra il “maestro-non maestro” Jiddu Krishnamurti come lui stesso amava definirsi,e il fisico-ricercatore-filosofo David Bohm

 

 

Jiddu Krishnamurti (Madanapalle, 12 maggio 1895 ‒ Ojai, 18 febbraio 1986)

 

 

Filosofo apolide il primo, che nella lucidità delle proprie asserzioni ha sempre rifiutato missioni salvifiche e illuminazioni pseudo-spirituali; scienziato e studioso il secondo, capace di produrre una idea nuova dell’Universo e delle forze che lo attraversano. Due uomini divisi e diversi per e da percorsi di vita e formazioni culturali, ma uniti e convergenti sull’interpretazione di tematiche eterne, quali coscienza, verità, realtà e illusione.

 

David Bohm (Wilkes-Barre, 20 dicembre 1917 ‒ Londra, 27 ottobre 1992).

 

 

 

Gli approcci olistici al cervello
Prezioso connubio di intenti nel quale si affrontarono profonde riflessioni di natura filosofica, volte a creare una dimensione non tanto cognitiva, quanto esperienziale, del concetto di verità intesa come dimensione che si pone oltre il pensiero, oltre le argomentazioni, oltre le osservazioni. Non solo; gli approcci olistici applicati al cervello, prodotto della innovativa concezione olografica cerebrale di Bohm, trovano un parallelo con il concetto di insight (intuire in maniera creativa), processo tramite il quale ‒ ipotizzava Krishnamurti ‒ sarebbe stata possibile una sorta di rigenerazione neuronale. Neurogenesi che, se convalidata, dimostrerebbe la falsità dell'”immutabilità” del cervello, e aprirebbe per di più nuove frontiere, interpretative e metodologiche. Non solo; se il suddetto insight krishnamurtiano da una parte favoriva la neurogenesi, dall’altra creava le giuste condizioni di “terreno” per il processo di gestione olonomica delle informazioni attraverso schemi ondulatori di frequenza. Informazioni che sarebbero state “trasdotte” dal cervello in immagini tridimensionali attraverso l’applicazione di una metodica matematica denominata trasformata di Fourier (applicazione lineare di passaggio tra spazi di funzioni tramite integrale, uno degli strumenti matematici maggiormente utilizzati dalle scienze cosiddette “esatte”).
[Da quanto emerso dai dialoghi tra i due e dalle diverse fonti consultate, non si evince nettamente dal punto di vista “tecnico” il processo tramite il quale l’insight  favorirebbe la gestione informazionale olonomica del cervello sostenuta da Bohm.

Tra scienza e filosofia
«La verità è una terra senza sentieri»: frase celebre di Krishnamurti che credo riassuma alla perfezione tanto un sistema di valori quanto un atteggiamento di ricerca e indagine; se non esiste percorso che porti alla verità, poiché la stessa esula dalla rigida collocazione soggetto-oggetto, allora si attua una non-dualità che annulla ogni dialettica. La ricerca intesa come non-ricerca. Processo che si rispecchia fedelmente nella natura della critica di Bohm, il quale affermando che non esiste differenza tra osservatore e osservato, tra oggetto e soggetto, ricolloca su un piano dialettico diverso quello che la scienza newtoniana aveva sempre inteso e concepito in maniera distinta e differenziata.
Un’amicizia meravigliosa quella tra Bohm e Krishnamurti, capace di creare i presupposti pionieristici di un nuovo interloquire tra totale percezione e mirata specializzazione: dal maggio del 2012 è stato creato un apposito sito (http://bohmkrishnamurti.com) atto a facilitare chi volesse approfondire o estendere quanto condiviso tra i due pensatori e, magari, arricchirne i contenuti e le indagini.

L’ordine Implicato

Guardando al passato è difficile determinarlo, ma è certo che se alcuni dettero il benvenuto alla vicinanza tra il fisico Bohm e il mistico Krishnamurti, altri sarebbero stati felici di vedere il crearsi di un dissapore tra i due

L'ordine Implicato
Il catalizzatore, di quella che fu la maggiore trasformazione della vita e del lavoro di Bohm, fu scoperto da Saral Bohm, durante una delle loro visite in libreria. Lì, lei venne a contatto con un libro che conteneva la frase “l’osservatore è l’osservato”. Questo suonava esattamente come quel tipo di cose di cui, sempre, Bohm parlava nel contesto della teoria quantistica.

Saral gli mostrò The first and last freedom, (La prima e ultima libertà – Astrolabio 1969 – ndt) scritto dal maestro indiano Jiddu Krishnamurti. Bohm lo lesse il più velocemente possibile, poi prese in prestito altri libri dello stesso autore.

Testimoniavano l’esistenza di un pensatore che aveva visto profondamente e autenticamente nell’essenza del problema umano. […] Avendo sognato a lungo sulla trascendenza, si apriva ora per Bohm un passaggio verso ciò che giace oltre i pensieri. […] Entrò appassionatamente e con tutto il cuore dentro questo irruente mondo esoterico. Nei libri di Krishnamurti trovava un’analisi chiara della natura della coscienza e del meccanismo grazie al quale il pensatore separa se stesso – se stessa, quale entità distaccata, indipendente. […] Le osservazioni di Krishnamurti che “il pensatore è il pensiero” e “l’osservatore è l’osservato” colpirono Bohm in quanto somiglianti con la sua stessa – e di Niels Bohr – meditazione sul ruolo dell’osservatore nella teoria quantistica. Bohm aveva sperimentato personalmente il modo in cui l’osservazione di un determinato pensiero cambia il movimento del pensiero stesso. […]

Il maestro indiano indicava una consapevolezza diretta del piano universale, lo stesso piano che Bohm stava cercando di descrivere nella sua fisica. Non appena ebbero modo di parlare, l’energia focalizzata di Bhom lo rese capace di penetrare e rimanere nell’ “indicibile”, allo stesso tempo sollecitando il maestro indiano a chiarire ed espandere il suo insegnamento. […] Le sue conversazioni con il maestro indiano erano così importanti per Bohm che ogni anno lui e Saral andarono a Saanen, in Svizzera, dove Krishnamurti teneva i sui discorsi. Fu durante questo periodo che Bohm gli parlò di fisica. Krishnamurti non si soffermava molto sulla scienza, o su ciò che riguarda la musica, l’arte, la filosofia o la letteratura. In ogni caso avvisò Bohm di “cercare di cominciare dallo sconosciuto”. Per Bohm il tema cruciale era come dissolvere i compartimenti stagni della conoscenza e permettere che operasse qualcosa di nuovo e creativo.

Il pensiero è lo strumento grazie al quale la scienza va avanti, tuttavia, anche, il pensiero controlla il pensatore. La più profonda intuizione scientifica si manifesta, credeva Bohm, solo quando la mente raggiunge uno stato di così intensa energia che gli abituali modelli di pensiero sono dissolti. Il momento creativo di un Archimede, di un Newton o di un Einstein includono la stessa trasformazione di cui parlava Krishnamurti. […]

Egli chiedeva che il pensiero fosse spinto al suo limite, fino a quel punto in cui apre la strada a qualcosa d’altro. Bohm, in ogni caso, credeva che il pensiero avesse ancora un ruolo significativo da giocare. Quando “era portato all’interno dell’ordine”, poteva essere un valido strumento. Pensare era il centro della sua vita, come avrebbe potuto portare avanti la fisica senza? Questa domanda continuava a confonderlo. […]
Bohm era consapevole di un’intensa, attenta capacità di osservazione in Krishnamurti. In particolare aveva notato l’attenzione che Krisnhamurti dava ai movimenti degli occhi. […]

Nel 1974, quando veniva a farmi visita da Ottawa, abbiamo passato diversi giorni a parlare di Krishnamurti. A quel tempo lo provocavo, nello spirito amabile della nostra conversazione, che fino a quando egli stesso non avesse sperimentato lo stato di cui Krishnamurti parlava, la sua discussione sulla trasformazione era ipotetica e vuota. A questo replicò: “beh, lasciamelo dire, ho visto alcune delle cose di cui parla Krishnamurti. Ho guardato la realtà e ho visto che è un’illusione.”
Molti si sono meravigliati dell’estensione del coinvolgimento con il maestro indiano. La sua comprensione di Krisnamurti era puramente “intellettuale” o dovette anch’egli entrare in uno stato di trasformazione?” […].

Bohm da parte sua arrivò a chiedersi perché tale trasformazione era accaduta solo a Krishnamurti…[…] era davvero libero dai condizionamenti? […]. Perché intorno a lui nessuno aveva sperimentato una trasformazione radicale della coscienza? Per Bohm la mente è “non locale”, perché la trasformazione non si era trasmessa? Nessuno dei suoi ascoltatori lo aveva ascoltato come si doveva? C’erano dei problemi nella sua comunicazione? C’era qualcosa d’incompleto nel suo messaggio? […]

Guardando al passato è difficile determinarlo, ma è certo che mentre alcuni dettero il benvenuto alla vicinanza tra Bohm e Krishnamurti, altri sarebbero stati felici di vedere il crearsi di un dissapore tra i due. […]

Verso la fine della sua vita per esempio[Bohm], parlò delle umiliazioni che aveva subito per mezzo di Krishnamurti il quale in sua presenza faceva delle battute taglienti sui “professori” e non aveva compreso l’importanza del lavoro di Bohm. Se solo, pensava Bohm, Krishnamurti avesse avuto la volontà di ascoltare le sue idee sull’ordine implicato, avrebbero magari trovato un modo di indagare ancora più approfondito. Forse l’idea dell’ordine implicato avrebbe aiutato le persone a comprendere quello che diceva Krishnamurti.

Tuttavia il maestro indiano non sembrò mai prendere troppo sul serio tali cose, definendole probabilmente un altro prodotto del pensiero. Se da un lato i confini del suo ego talvolta si dissolvevano in un’essenza o in piano ben più grandi, dall’altro l’immagine di Se impoverita di Bohm doveva essere difesa.

“Ora sono essenzialmente libero dai miei dolori [al petto ndt] così come sono libero, su K. e quello che dice, di prendere ciò che giusto e lasciare ciò che è sbagliato”
(da una lettera di Bohm del gennaio 1980)

Il pezzo è un mosaico di stralci tratti dal libro:
David Peat, Infinite Potential – The life and time of David BohmPerseus Publishing 1997
cura e traduzione di: Elsa Nityama Masetti

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.